Avanzi_RigenerazioneSpazi_webTra il 1998 e il 2000 ad Avanzi lavoravamo al percorso di riuso e riattivazione del Foro Boario di Forlì, nell’ambito del concorso nazionale INU – WWF, che è stato un progetto pluriennale di grande visione e anticipazione, rispetto all’attivismo di questi anni, intorno alla rigenerazione di spazi pubblici.
Molti interrogativi di allora sul senso e sui modi di riuso di spazi e immobili abbandonati sono ancora qui, riformulati e declinati in ciascuna delle moltissime esperienze di rigenerazione che ridanno significato a spazi e a porzioni di città, in tutt’Italia. Questi interrogativi accompagnano i processi di riattivazione e preoccupano le tante amministrazioni – comunali, regionali, nazionali – intenzionate a mettere a disposizione spazi per progetti che propongono di ripensare radicalmente rispetto al passato usi, forme di gestione e fruitori, in particolare nella direzione di progetti ibridi di natura sociale e culturale.
Quali obiettivi strategici e specifici devono essere fissati? Quali immobili si prestano maggiormente alla rigenerazione sociale? Come individuare un Gestore Sociale e quali compiti dovrebbe avere? Quale forma contrattuale può sancire il rapporto tra il pubblico (proprietario dell’immobile e responsabile di molte politiche sociali e culturali) e il privato (che si candida, con un atteggiamento imprenditoriale, alla gestione sociale)? E come può evolvere questo rapporto nel tempo, sempre in un’ottica di produzione di esternalità positive per la collettività?
Queste e altre domande che si pongono le amministrazioni pubbliche si intersecano con le difficoltà dei soggetti privati, certo coraggiosi, ma ancora timidi, inesperti e patrimonialmente fragili. Prima di essere soggetti giuridicamente riconosciuti e esplicitamente orientati alla rigenerazione, sono performer, city maker, cittadini attivi, antagonisti. Come dare spazio e energia a questi gruppi e persone, quali sono le condizioni favorevoli per un loro ingaggio di lungo periodo e quali mitigatori di rischio possono essere messi in campo a loro favore?
Queste questioni hanno alimentato i primi ragionamenti che sono confluiti nel breve rapporto Immobili pubblici: strategie di rigenerazione a fini sociali, che prova ad organizzare problemi e possibili risposte e a favorire il confronto tra amministratori locali, abilitatori e city maker. Proprio il confronto tra e con gli amministratori, con tutta la ricchezza che il solo confronto con i problemi di contesto può offrire, è stato carente negli ultimi anni.
E’ oggi il momento di riflettere, ricostruendo quanto accaduto e rileggendo le esperienze pionieristiche in un contesto nuovo, caratterizzato da un forte dinamismo degli attori sociali e da una maggiore consapevolezza, da parte delle amministrazioni, delle opportunità che la rigenerazione sociale di uno spazio può produrre su una scala più ampia. Riflettere, discutere, individuare elementi e dispositivi comuni per dare slancio a un fenomeno promettente e di grande scala, ben fotografato ogni anno dal bando Culturability di Fondazione Unipolis (uno dei principali programmi nazionali di sostegno alla rigenerazione di spazi attraverso la cultura e l’innovazione sociale).
Le questioni e le proposte di Immobili pubblici: strategie di rigenerazione a fini sociali prendono spunto da moltissimi casi italiani (anche se solo alcuni hanno trovato spazio nel documento), da progetti nei quali siamo e siamo stati direttamente coinvolti, dalla discussione con amministratori locali e regionali, dalla partecipazione attiva a Culturability, dal dialogo costante con ANCI, dalla rilettura di alcune esperienze di sistema come il progetto delle Case di Quartiere di Torino, i programmi di Fondazione con il Sud, le iniziative dell’Agenzia del Demanio, il programma Laboratori Aperti della Regione Emilia Romagna, il programma Incredibol! di Bologna, la riqualificazione del sistema delle cascine del Comune di Milano.
Le proposte riguardano 8 temi strategici (a partire dai quali sono argomentate 30 proposte): la garanzia dell’interesse pubblico, la natura necessariamente processuale delle riattivazioni, le modalità di gestione, la natura del Gestore Sociale e la difficile ricerca dello stesso l’equilibrio tra l’hardware e il software, la sostenibilità economica della riattivazione e la durata del rapporto pubblico-privato.
Le 30 proposte possono essere collocate e raggruppate, è il tentativo fatto in conclusione al documento, lungo tutto il processo di riattivazione, dalla definizione degli obiettivi strategici all’eventuale rinnovo della concessione. Speriamo che questo documento possa contribuire all’avvio di un dibattito e confronto tra amministrazioni, gestori, fruitori e cittadini.